(FSML) Profilo Biografico Della Venerabile Serva Di Dio Madre Elisa Martinez Fondatrice dell’Istituto

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La Venerabile Serva di Dio madre Elisa Martinez nacque a Galatina (Le) il 25 marzo 1905 dai coniugi Giacomo e Francesca Rizzelli. Primogenita di otto fratelli, fu dichiarata all’anagrafe con i nomi Elisa Maria Annunziata Antonia Giuseppa. Il 16 aprile 1905 fu battezzata nella parrocchia dei Santi Pietro e Paolo Apostoli di Galatina. Elisa mutuò da suo papà sani principi morali e larghe vedute, da sua madre una fede robusta, per niente bigotta, e una vasta cultura. Secondo l’usanza meridionale di molte famiglie della medio-borghesia – qual era la sua – dalla primavera fino all’inizio dell’autunno con i suoi cari si trasferiva in campagna ai “Padùli”, sulla strada che da Noha porta a Collepasso, dove avevano una casa suddivisa da una parte residenziale e una colonica.

Fin dalla più tenera età si contraddistinse per un amore particolare verso i più indifesi e l’infanzia, amore, quest’ultimo, che si accentuò frequentando le scuole magistrali. Spesso, infatti, riuniva attorno a sé i bambini, intrattenendoli con giochi e insegnando loro i primi rudimenti di catechismo e a pregare. Elisa sentiva il bisogno di partecipare quotidianamente alla santa Messa e di comunicarsi. Per questo, anche nel periodo in cui dimorava in campagna, pur di partecipare alla Celebrazione Eucaristica si alzava alle prime luci dell’alba per raggiungere a piedi o con il calessino del papà la vicina Collepasso. Il papà Giacomo, comprendendo il grande sacrificio che la figlia ogni mattina affrontava, pensò di rendere usufruibile tutti i giorni la cappellina di famiglia che fino ad allora era utilizzata solo ogni domenica per garantire la Messa ai suoi contadini. Questo costituì la grande gioia della sua Elisa che già usufruiva quotidianamente di quel luogo per la preghiera personale.

Il papà, notando nella sua primogenita gli inizi di una forte inclinazione verso la vita religiosa, avendo altri progetti su di lei, cercò tutti i modi per distoglierla organizzando continui festini. Elisa, però, non si lasciava coinvolgere e, dopo aver salutato rispettosamente gli invitati, preferiva ritirarsi in preghiera, per gustare l’intimità del suo amato Gesù che già da allora aveva scelto come sposo della sua vita.  Alla fine suo padre, molto rispettoso della libertà altrui e della decisione della figlia, cedette e nell’aprile del 1928 la lasciò partire per Angers in Francia tra le Suore di Nostra Signora della Carità del Buon Pastore che Elisa aveva conosciuto a Lecce. Qui il 29 settembre 1928 fece la vestizione religiosa entrando in Noviziato e il 29 settembre dell’anno successivo emise la Prima Professione Religiosa prendendo il nome di suor Maria Lucia. Poi fu destinata nella casa di Chieti, dove si dedicherà all’educazione delle giovani.

Nel 1932, con grandissima sofferenza, fu costretta per motivi di salute a lasciare l’Istituto ma non l’ideale di continuare a seguire il Signore che aveva su di lei altri progetti. Infatti, per ispirazione divina, pensò di fondare un Istituto Religioso e nel 1934 cominciò a muovere i primi passi; ma Satana scatenò una prima tempesta per scoraggiarla, anche se non riuscì a farla demordere dal perseverare per questa santa causa. Il 20 marzo 1938 – giorno seguente la Solennità di San Giuseppe, sotto la cui protezione volle mettere la sua persona e le sue compagne – con l’aiuto del parroco di Miggiano (Le) don Luigi Cosi e il benestare del giovane vescovo di Ugento, mons. Giuseppe Ruotolo, diede inizio alla Pia Unione delle Suore dell’Immacolata, mossa dall’esempio di Gesù buon Pastore che va in cerca della pecorella smarrita, la raccoglie e la riporta all’ovile (Lc 15, 3-5) e di Maria Santissima nell’atto di soccorrere la cugina Elisabetta (Lc 1,39-56), per dedicarsi alla catechesi nelle parrocchie, all’educazione della prima infanzia, all’assistenza delle madri nubili, dei carcerati e dei fratelli emigranti sparsi nel mondo. La sua fu, dunque, la evangelica scelta preferenziale per i poveri e per gli emarginati, incoraggiata dall’esortazione del Maestro Divino: “Qualunque cosa avrete fatto al più piccolo dei miei fratelli, l’avrete fatto a me” (Mt 25,40).

La Fondatrice fin dagli inizi, nonostante la sua giovane età, manifestò un grande spirito di maternità verso le sue suore, aspetto che la contraddistinse per tutto il resto della vita, affrontando i più grandi sacrifici pur di non far mancare nulla a nessuna di loro. Il 15 agosto 1941 mons. Ruotolo eresse la Pia Unione in Istituto di Diritto Diocesano, suggerendone il cambio del nome in “Figlie di Santa Maria di Leuca”, in onore al maggior Santuario Mariano presente in Diocesi e nel Salento. Dopo aver puntato lo sguardo su Roma, sede di Pietro, in piena Guerra Mondiale madre Elisa con un gruppo di giovani professe si recò nel Nord Italia per fondare nuove comunità, mentre lasciò il piccolo gregge di Miggiano nelle buone mani della fedele collaboratrice e confidente, la Serva di Dio madre Teresa Lanfranco. Di questo periodo fecondo e travagliato ci parla il cardinale Gilberto Agustoni che il Signore aveva messo proprio in quegli anni (allora sacerdote fresco di ordinazione) sul tracciato della sua vita:  “…ma proprio durante quella trasferta avvennero dei bombardamenti sul nodo ferroviario di Bologna che tagliarono praticamente in due il Paese, tanto da rendere impossibile il passaggio dall’una all’altra parte. Fu ancora una volta la Provvidenza a guidare i passi della Madre che, con intrepido coraggio e animata da grande spirito apostolico, proseguì il viaggio verso il Nord, approdando nel 1944 a Ivrea, dove il vescovo Paolo Rostagno accolse le fuggiasche o sfollate, che dir si voglia, ospitandole in un antico convento del Canavese. Era però quella una zona calda delle lotte partigiane contro le truppe nazifasciste e le Suore dovettero affrontare perciò grossi spaventi, rischi e un freddo inverno. Ma grazie a Dio lei e le sue figlie sopravvissero agli stenti e all’inclemenza del tempo in quell’alloggio di fortuna; non solo, ma esso divenne la base dalla quale la Congregazione poi si spinse fino a Como, a Chivasso e Genova, dove la Madre fondò nuove Comunità”.

Mentre l’Istituto si andava espandendo in più parti di Italia tra sofferenze e peripezie, nel 1943 la Venerabile Serva di Dio ottenne la grande consolazione del Decreto di erezione di Diritto Pontificio per la sua Congregazione Religiosa. Dopo il Secondo Conflitto Mondiale appena le fu possibile la Madre Fondatrice tornò a Miggiano per riabbracciare il resto delle sue figlie dalle quali era rimasta forzatamente lontana. Con sua grande sorpresa e gioia indicibile, le trovò aumentate di numero grazie alla fedeltà della sua fidata madre Lanfranco. Nel 1946 le sedi della Casa Generalizia e del Noviziato della Congregazione furono trasferite a Roma in viale Gorizia n.4 e nel 1958 esse troveranno la definitiva residenza a Prima Porta. Intanto madre Elisa, grazie al suo instancabile zelo, nonostante la sua fragilissima salute riprese senza sosta i suoi lunghi ed estenuanti viaggi per estendere i rami della Congregazione in diverse parti del mondo, a cominciare dal resto dell’Europa (Svizzera, Belgio, Francia), fino a raggiungere l’America (Stati Uniti e Canada) e l’Australia. Per realizzare tutto questo a più riprese dovette pagare nel tempo il caro prezzo delle persecuzioni, calunnie e incomprensioni da parte di persone estranee (anche ecclesiastiche) e perfino da alcune sue suore ingrate e ribelli (si pensi alla vicenda incresciosa degli Stati Uniti d’America negli anni 1949-1953). Ma lei non si scoraggiò mai e, riponendo la sua persona e la causa della sua opera nelle mani di Dio, perseverò con grande serenità di spirito. Anzi, non solo non portò alcun rancore verso chi l’aveva avversata, ma perdonò, pregò e fece pregare per loro. Tutte le lotte che affrontò furono vinte perché lei agì sempre con retta intenzione, con la certezza che era Dio stesso a ispirarla e a condurla. Maria Santissima Immacolata, di cui era tanto devota, fu suo sostegno sicuro. Nulla fece senza sottomissione alla Madre Chiesa, per questo perfino il grande Pontefice Pio XII più volte la accolse in udienza con paterna bontà, incoraggiandola e benedicendola. Fu anche consolata dal consiglio e dalla benedizione di uomini e donne di vita santa, tra questi san Pio da Pietrelcina e la beata madre Speranza di Gesù di Collevalenza, e dalla guida illuminata di saggi direttori di spirito, tra i quali i frati cappuccini Guglielmo da Barletta e Cassiano da Langasco. Suoi altri sostenitori furono il cardinale Alfredo Ottaviani e mons. Luca Ermenegildo Pasetto, ofmcap.MADRE ELISA MARTINEZ

Nel 1965 si scatenò una ulteriore battaglia, quando durante il Secondo Capitolo Generale della Congregazione madre Elisa non risultò più Superiora Generale. La grande umiltà e lo spirito di sottomissione e obbedienza con cui accettò la decisione macchinata da un gruppo di suore che le remarono contro, edificò la maggior parte delle religiose che apprezzarono ancora di più la loro Santa Fondatrice. Questa fu una delle ultime e più dure prove che dovette affrontare per la santa causa dell’Istituto. Ma quegli anni non furono sterili perché la croce portò i suoi frutti abbondanti. Infatti, in qualità di Madre Fondatrice, si dedicò all’apertura di nuove case in Europa (Spagna e Portogallo) e in Asia (India e Filippine). Era la carità di Cristo Buon Pastore a spingerla per raggiungere le periferie esistenziali del mondo: “È là che dobbiamo andare anche noi!”, ripeteva con determinazione ed entusiasmo alle sue figlie. Superata la succitata prova, durante il Capitolo Speciale e Generale del 1970 madre Elisa fu rieletta all’unanimità Superiora Generale, ma nel 1987, durante il nono Capitolo Generale, rinuncerà per motivi di salute a tale carica e verrà proclamata Madre Generale Emerita.

Trascorse gli ultimi anni che gli restavano da vivere nell’offerta silenziosa e gioiosa delle sofferenze fisiche, intensificando la preghiera che era stata da sempre la sua compagna di viaggio. L’8 febbraio 1991 in Roma, presso la Casa Generalizia, andò incontro allo Sposo Divino, ricca di meriti, dopo una lunga vita tutta spesa per la maggior gloria di Dio, ad onore della Vergine Maria e per il bene dei fratelli i più bisognosi. Lasciò la grande eredità di 55 comunità religiose distribuite in otto paesi, con 600 sue amate figlie che hanno diffuso il suo carisma con immutata fedeltà.

La fama di santità della Serva di Dio va sempre più crescendo e la sua tomba, presso la cappella della Casa Generalizia della Congregazione, è meta di continui pellegrinaggi da parte di chi invoca la sua intercessione presso Dio.

Dal 17 novembre 2016 al 12 novembre 2017, presso la Curia Ecclesiastica di Ugento-Santa Maria di Leuca, fu celebrata l’Inchiesta Diocesana, la cui validità giuridica è stata riconosciuta dalla Congregazione delle Cause dei Santi con decreto del 14 settembre 2018. Preparata la Positio, si è discusso se la Serva di Dio abbia esercitato in grado eroico le virtù cristiane. Il 20 aprile 2021 si è tenuto il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi che ha avuto esito positivo. I Padri Cardinali e Vescovi, riuniti in Sessione Ordinaria il 28 settembre 2021, hanno riconosciuto che la Serva di Dio ha esercitato in modo eroico le virtù teologali, cardinali e annesse. Quindi, Sua Santità Papa Francesco, accogliendo e ratificando i voti della Congregazione delle Cause dei Santi, il 13 ottobre 2021 ha dichiarato Madre Elisa Martinez Venerabile.